Ognuno fa tutto il bene e tutto il male che può.— Mario Soldati
Ognuno fa tutto il bene e tutto il male che può.
Godere di mangiare accanto a una persona amata può essere segno di amore insufficiente, soffrire di mangiare accanto a una persona amata può essere segno di troppo amore.
Siamo forti contro le tentazioni forti. Contro le deboli, deboli.
Nei paesi più progrediti del mondo occidentale, di fronte all'impressionante fenomeno del neocapitalismo o, direi meglio, del neofeudalesimo industriale, che differenza c'è ancora tra borghese e proletario?
Il cinematografo talvolta è arte, ma è sempre industria.
L'umiltà è quella virtù che, quando la si ha, si crede di non averla.
C'è un primato inalienabile del bene e del vero, cui nessun potere di questo mondo ha diritto di sostituire altri primati.
M'importava assai poco che l'accordo ottenuto fosse esteriore, imposto, probabilmente temporaneo; sapevo che il bene e il male sono una questione d'abitudine, che il temporaneo si prolunga, che le cose esterne penetrano all'interno, e che la maschera, a lungo andare, diventa il volto.
Scava dentro. Dentro è la fonte del bene, che sempre ha il potere di sgorgare, a condizione che tu sempre scavi.
Alla fine è semplice: il bene, il male, la lotta di chi soffre, la paura di chi è solo come un cane per strada. La vita è un gioco d'azzardo, se perdi stai calmo e aspetta la tua occasione ma non perdere la bussola. Non farti corrompere.
Il male che gli uomini compiono si prolunga oltre la loro vita, mentre il bene viene spesso sepolto insieme alle loro ossa.
Il male, al contrario del bene, ha il duplice privilegio di essere affascinante e contagioso.
Non è necessario avere una religione per avere una morale. Perché se non si riesce a distinguere il bene dal male, quella che manca è la sensibilità, non la religione.
Il buon senso è come un cannocchiale che fa vedere da lontano il male e il bene.
Ogni uomo è colpevole di tutto il bene che non ha fatto.
Ahimè! Che sono dunque il bene e il male! Non forse la stessa cosa, attraverso la quale attestiamo con rabbia la nostra impotenza, e la brama di raggiungere l'infinito attraverso anche i mezzi più insensati? Oppure son due cose differenti?