Ognuno fa tutto il bene e tutto il male che può.
C'è il pettegolezzo, di cui si dice tanto male; ma che in fondo è la base della carità, dell'interesse per il prossimo.
Nei paesi più progrediti del mondo occidentale, di fronte all'impressionante fenomeno del neocapitalismo o, direi meglio, del neofeudalesimo industriale, che differenza c'è ancora tra borghese e proletario?
Il cinematografo talvolta è arte, ma è sempre industria.
L'artificio, sempre, è alla base del cinematografo. Ma non bisogna prendere questa parola in cattivo senso. Se i risultati sono buoni, l'artificio è, senz'altro, sinonimo di arte.
L'umiltà è quella virtù che, quando la si ha, si crede di non averla.
Ogni uomo è colpevole di tutto il bene che non ha fatto.
Ahimè! Che sono dunque il bene e il male! Non forse la stessa cosa, attraverso la quale attestiamo con rabbia la nostra impotenza, e la brama di raggiungere l'infinito attraverso anche i mezzi più insensati? Oppure son due cose differenti?
Il bene e il male non hanno alcun limite, fuorché quello di esistere entrambi.
Il male che gli uomini compiono si prolunga oltre la loro vita, mentre il bene viene spesso sepolto insieme alle loro ossa.
Predica bene colui che vive bene.
Il bene si fa, ma non si dice. E certe medaglie si appendono all'anima, non alla giacca.
Il far tutto il male che si può è uffizio del demonio; il non fare tutto il bene che si deve è azione da bestia.
Il bene, per me, può essere soltanto un'altra persona. Che cos'altro potrebbe essere?
Che mai farebbe il tuo bene se non esistesse il male, e come apparirebbe la terra se vi scomparissero le ombre?