Tre sono le cose che dovremmo sempre evitare: l'odio, l'invidia ed il disprezzo.— Publilio Siro
Tre sono le cose che dovremmo sempre evitare: l'odio, l'invidia ed il disprezzo.
La paura non ha mai portato nessuno alla vetta.
Chi sa ben servire può aspirare a impossessarsi di parte del potere.
La necessità impone la legge, ma non ne accetta alcuna.
Nulla bramiamo tanto quanto ciò che non ci è consentito.
È ben più pericoloso il nemico che si nasconde nel nostro cuore.
L'esaltazione degli antichi scrittori procede non dalla reverenza per i morti, ma dallo spirito di rivalità e dalla reciproca invidia dei vivi.
La morte acquieta l'invidia completamente, la vecchiaia lo fa per metà.
Gli uomini invidiosi dal fiuto più sottile cercano di non conoscere con maggior precisione il loro rivale per potersi sentire superiori a lui.
Tra invidia e superbia c'è una sottile parentela dovuta al fatto che il superbo, se da un lato tende a superare gli altri, quando a sua volta viene superato non si rassegna, e l'effetto di questa non rassegnazione è l'invidia.
Non si deve invidiare nessuno; i buoni non meritano invidia; per quanto riguarda i cattivi, più hanno fortuna e più si rovinano.
Non invidiare chi sembra avere tutto, non ha davvero tutto. Ha ciò che vuole e vive la vita che desidera, ma non ha ciò di cui ha veramente bisogno.
Il guadagno altrui viene quasi sempre percepito come una perdita propria.
L'amore guarda attraverso un telescopio; l'invidia, attraverso un microscopio.
L'invidioso non muore mai una volta sola, ma tante volte quante l'invidiato vive salutato dal plauso della gente.