Abbiamo poco controllo sui nostri pensieri. Siamo prigionieri delle idee.
Gli uomini sopra i quarant'anni non sono adatti a giudicare un libro scritto in uno spirito nuovo.
C'è un tempo in cui un uomo distingue l'idea della felicità dall'idea della ricchezza; è l'inizio della saggezza.
Il saggio nella tempesta prega Dio, non per salvarsi dal pericolo, ma per sollevarsi dalla paura.
Il conformismo non ama le realtà vere, né gli spiriti creativi, ma solo nomi e consuetudini.
Per necessità, per naturale propensione, per il piacere di farlo, tutti noi citiamo.
Il pensare, che era un furore, è diventato un'arte.
Noi siamo come i nostri pensieri ci hanno fatto; perciò state attenti a cosa pensate.
Pensare è un piacere faticoso, come fare sport.
Ogni società civile, religiosa e politica determina i confini, le «riserve» più o meno ampie, entro cui il pensiero può liberamente esprimersi.
Il pensiero s'impernia sulla definizione delle parole.
Chi pensa con la testa altrui difficilmente rischia di essere messo in minoranza.
Il pensiero, a mio giudizio, è il cardine della libertà. È solo quando l'uomo rinunzia al pesiero autonomo, per accettare i dogmi dei conformismi imperanti, che esso rinunzia alla libertà.
Chi vuole pensare deve rinunciare a darsi da fare.
Taluni non diventano pensatori solo perché hanno una memoria troppo buona.
Tutta la vita dello Stato e della società è fondata sul tacito presupposto che l'uomo non pensi. Una testa che non si offra in qualsiasi situazione come un capace spazio vuoto non avrà vita facile nel mondo.