Chi vuole pensare deve rinunciare a darsi da fare.— Elias Canetti
Chi vuole pensare deve rinunciare a darsi da fare.
Gli occhi molto belli sono insostenibili, bisogna guardarli sempre, ci si affoga dentro, ci si perde, non si sa più dove si è.
I pessimisti non sono noiosi. I pessimisti hanno ragione. I pessimisti sono superflui.
La maledizione del dover morire dovrà diventare una benedizione: che si possa ancora morire quando vivere è insopportabile.
Gli uomini non hanno più misura, per nulla, da quando la vita umana non è più la misura.
Dio fu un errore. Ma è difficile stabilire se fu commesso troppo presto o troppo tardi.
Uno si smarrisce pensando troppo, come pensando poco.
Soltanto chi abbia la coscienza di portare una luce tra i contemporanei dovrebbe esprimere i propri pensieri: gli altri non sono che ciarlatani.
Nessuno può alienare a favore d'altri il proprio diritto naturale, inteso qui come facoltà di pensare liberamente.
Pensare è il lavoro più arduo che ci sia, ed è probabilmente questo il motivo per cui così pochi ci si dedicano.
Il pensare divide, il sentire unisce.
Penso, quindi Cartesio esiste.
Pensatore a catena. A uno che ha molto pensato, ogni nuovo pensiero che sente o legge, appare subito in forma di catena.
Molti benpensanti sono poco più che custodi dei loro averi.
Un uomo può sopportare molto finché può sopportare se stesso. Può vivere senza speranza, senza amici, senza libri, perfino senza musica, fino a quando può ascoltare i propri pensieri.
Pensa male, non ti sbaglierai.