Chi vuole pensare deve rinunciare a darsi da fare.
Le sue disperazioni mi suonano troppo puntuali.
Che Dio sia morto o no, è impossibile tacerne: c'è stato per tanto tempo.
Le religioni storiche mondiali portano nel sangue un presentimento delle insidie della massa. Ciò che esse desiderano è, al contrario, un gregge duttile. È consueto considerare i fedeli come pecore e lodarli per la loro ubbidienza.
Insopportabile una vita di cui si sa troppo.
Gli antichi resoconti di viaggio diventeranno preziosi come le più grandi opere d'arte; perché sacra era la terra sconosciuta, e non può mai più esserlo.
Chi pensa profondamente sa di aver sempre torto, comunque agisca e giudichi.
Dilatate il pensiero, abbellitelo; esso è nuovo e antico, civile e cristiano.
Date al solitario pensatore la più cara delle sue gioie, quella di sapersi vivo nella vita di tutti.
Come può uno diventare pensatore, se non passa almeno una terza parte di ogni giorno senza passioni, uomini e libri?
Ci sono in ogni epoca degli individui che non pensano come tutti, cioè che non pensano come coloro che non pensano affatto.
Mentre smettiamo di pensare, spesso perdiamo la nostra opportunità.
Il pensare divide, il sentire unisce.
Non si pensa nello stesso modo su una stessa cosa la mattina e la sera. Ma dov'è il vero, nel pensiero della notte o nello spirito del mezzogiorno? Due risposte, due razze di uomini.
Ancor prima che a scrivere, imparate a pensare.
Noi siamo quello che pensiamo.