I santi sono gli unici uomini veramente e pienamente realizzati.
Il problema delle persone, soprattutto nell'amore, è che si vuole possedere l'altro. E quando, anziché il dono, c'è il desiderio di possesso, si inquina tutto. Molti matrimoni falliscono per questo.
In Dio tutto si capirà, tutto si scuserà, tutto si perdonerà.
Quanto ai fidanzati, lo sforzo comune nella purezza permette di crescere in quell'amore, fatto di rispetto reciproco e di capacità di attendere, che un giorno sarà il solo a poter garantire la riuscita del loro matrimonio.
La misericordia è per ogni tipo di comunità quello che è l'olio per il motore. Se uno si mette in viaggio su un'auto che non ha neppure una goccia d'olio nel motore, dopo pochi minuti vedrà andare tutto in fiamme.
I nostri costumi sono stati corrotti a furia di comunicare con i santi.
I santi sono uomini mancati.
Oggi non è sufficiente essere santo: è necessaria la santità che il momento presente esige, una santità nuova, anch'essa senza precedenti.
Nessuno ritenga che la santità sia patrimonio di pochi prescelti. Tutti sono obbligati senza eccezione alcuna.
Ci sono due parole che, per me, riassumono tutta la santità, tutto l'apostolato: "unione, amore".
Di un uomo santo il corpo l'han costruito i cieli.
Santo. Peccatore morto, riveduto e corretto.
Il Santo riscatta la storia dal suo peccato di essere esistenza. Entra nei disegni di Dio e libera l'umanità dalla schiavitù del potere, della abitudine e della desolante ipocrisia. Colui che possiede la vocazione è sempre libero.
I Santi sono tenerissimi quando sono all'interno della missione che Dio ha loro affidato, e diventano piuttosto "burberi" quando sono all'esterno di questa missione.
I santi non sono nati, ma si sono fatti santi.