Fortuna è il nome che diamo al successo altrui.
L'ozio è il padre di quei vizi che ce lo fanno amare.
Più che in Dio, l'italiano crede nei miracoli.
Nessuno è così stupido da credersi tale.
Gli italiani danno spesso il meglio di sé nel peggio.
L'aforisma è come l'asparago: il buono è nella punta.
La fortuna volge tutto a vantaggio dei suoi prediletti.
Ripugna allo spirito umano accettare la propria esistenza dalle mani della sorte, esser null'altro che il prodotto caduco di circostanze alle quali nessun dio presieda, soprattutto non egli stesso.
La donna che può inventare il suo proprio lavoro è la donna che otterrà fama e fortuna.
Non bisogna fidarsi troppo dei piani prestabiliti, perché la fortuna segue una sua logica, che è ben lungi dal coincidere con la nostra.
Quel che si ottiene con scarso aiuto della fortuna è più resistente al caso.
La Fortuna sa far entrar in porto anche le navi senza timoniere.
La fortuna ama le persone non troppo sensate.
Audentis fortuna iuvat, piger ipse sibi obstat.
Le calamità sono di due specie: la disgrazia che capita a noi, e la fortuna che capita agli altri.
Quando la fortuna lusinga, lo fa per tradire.