L'italiano rispetta la legge soprattutto se coincide con i suoi interessi.
Il vizio è la virtù che ha perso la pazienza.
La donna che vuol essere di un solo uomo, vuole in realtà che quest'uomo sia solo suo.
L'appetito non vien mangiando, ma vedendo mangiare gli altri.
I matrimoni riusciti si fondano più sulle bugie ben dette che sulle reciproche fedeltà.
L'ozio non ci fa fare quelle cose che non avremmo comunque fatto.
Le leggi sono come ragnatele: quando qualcosa di leggero e di debole ci cade sopra, lo trattengono, mentre se ci cade una cosa più grande, le sfonda e fugge via.
È pericoloso dire al popolo che le leggi non sono giuste, perché obbedisce proprio per il fatto che le crede giuste. Perciò bisogna dirgli al tempo stesso che deve obbedire loro perché sono leggi, così come deve obbedire ai superiori non perché sono giusti, ma perché sono superiori.
Quanto più semplice la legge, tanto più difficile l'applicazione.
La legge ci ha onorati: che possiamo onorarla a nostra volta.
Per dare savie leggi a un popolo bisogna essere anche un poco artisti.
L'orrore della legge fa la maestà del giudice.
Le più grandi leggi sono indefinibili; si intravedono soltanto come orizzonti di quiete, come una promessa lontana di felicità.
La legge dell'uomo è la legge del linguaggio.
La legge è uguale per tutti. Basta essere raccomandati.
Spesso il primo sentimento che si presenta in morale non è il migliore per la legislazione, chiave che spiega i motivi e i pretesti di molte cattive leggi.