Un'abitudine, se non contrastata, presto diventa una necessità.
Dammi, ti dissi, la castità e la continenza, ma non ora.
Chi meglio dà, maggiormente riceve.
Ama e fa' ciò che vuoi.
Dammi grazia, o Signore, di conoscere appieno se prima ti si debba invocare o lodare; se la conoscenza di Te debba precedere l'invocazione.
L'abitudine è un mostro che consuma e distrugge tutti i sentimenti, tutte le inclinazioni. Allo stesso modo è un angelo in tutto ciò che dà inaspettatamente alle azioni buone e virtuose una facilità, una sembianza naturale, che le fa credere innate nell'uomo.
È grande la forza dell'abitudine.
Prendere un'abitudine è cominciare a cessare di essere.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.
L'abitudine rende sopportabile anche le cose spaventose.
Quando si guardano troppo le stelle anche le stelle finiscono per essere insignificanti.
Certe abitudini si possono più facilmente troncare che moderare.
Si cambia più facilmente religione che caffè.
Viviamo di solito nell'abitudine, con il nostro essere ridotto al minimo. Le nostre facoltà restano addormentate, riposando sui guanciali dell'abitudine: essa sa quello che c'è da fare e non ha bisogno di loro.
Non cambierò di certo le mie abitudini o i miei comportamenti per paura. Neppure se il senso comune e l'opinione pubblica li condannassero.