Un'abitudine, se non contrastata, presto diventa una necessità.
La consuetudine che da certuni non a torto è detta una seconda natura.
Dammi, ti dissi, la castità e la continenza, ma non ora.
Ama e fa' ciò che vuoi.
Fra l'ultimo nostro respiro e l'inferno, c'è tutto l'oceano della misericordia di Dio.
Il mondo è un libro, e quelli che non viaggiano ne leggono solo una pagina.
Noi siamo abituati a scendere a patti con la realtà per acquistare un ruolo. Svendiamo i nostri sensi per trovare un gesto. Rinunciamo alla capacità di sentire e in cambio otteniamo una maschera.
L'abitudine rende sopportabile anche le cose spaventose.
L'abitudine ci nasconde il vero aspetto delle cose.
L'abitudine è in qualche modo simile alla natura, giacché "spesso" e "sempre" sono vicini; la natura è di ciò che è sempre, l'abitudine di ciò che è spesso.
Ciò che dobbiamo imparare a fare, lo impariamo facendo.
Le viziose abitudini sono altrettante catene che ritengono l'uomo in una misera schiavitù. Guardisi dal contrarne veruna chi vuol conservare intera la sua libertà.
In genere le catene dell'abitudine sono troppo leggere per essere avvertite finché non diventano troppo pesanti per essere spezzate.
Prendere un'abitudine è cominciare a cessare di essere.
La libertà quando comincia a mettere radici è una pianta di rapida crescita.
Non è possibile o non è facile mutare col ragionamento ciò che da molto tempo si è impresso nel carattere.
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