La morte è il fondo scuro che serve a uno specchio se vogliamo vedere qualcosa.
In un'epoca di pazzia, credersi immuni dalla pazzia è una forma di pazzia.
Lo spirito della persona è in un certo senso autore del corpo.
La fantasia è una forza della natura. Non basta questo a riempire un uomo di estasi? Fantasia, fantasia, fantasia.
La carità, come se non fosse già abbastanza complicata nei tempi in cui ci troviamo, desterà sempre il sospetto di essere qualcosa di morboso, sadomasochistico o chi sa che perversione. Le tendenze elevate o morali destano sempre il sospetto di essere imbrogli.
L'uomo che si annoia fa strada più in fretta degli altri. Se ti annoi ti rispettano.
Siamo tutti rassegnati alla morte; è alla vita che non arriviamo a rassegnarci.
Ogni attimo moriamo. Per questo molti hanno protestato: lo scopo della vita è la morte.
La morte, il più atroce dunque di tutti i mali, non esiste per noi. Quando noi viviamo la morte non c'è, quando c'è lei non ci siamo noi. Non è nulla né per i vivi né per i morti...
Si muore troppo facilmente. Dovrebbe essere molto più difficile morire.
La morte rende preziosi e patetici gli uomini. Questi commuovono per la loro condizione di fantasmi; ogni atto che compiono può esser l'ultimo; non c'è volto che non sia sul punto di cancellarsi come il volto d'un sogno.
Voglio che la morte mi colga mentre pianto i miei cavoli, per niente preoccupato per lei e meno ancora del mio orto imperfetto."
La morte: due treni che si scontrano.
Ognuno di noi parte da una fondamentale certezza: la morte, ma deve approdare ad una altrettanto valida certezza; la vita. Sono questi il NERO ed il BIANCO della nostra esistenza.
Una singola morte è una tragedia, un milione di morti è una statistica.
Nessuno è separato da nessuno. Nessuno lotta per se stesso. Tutto è uno. L'angoscia e il dolore, il piacere e la morte non sono nient'altro che un processo per esistere. La lotta rivoluzionaria in questo processo è una porta aperta all'intelligenza.