Di ciò che possediamo niente è necessario.— Lucio Anneo Seneca
Di ciò che possediamo niente è necessario.
Niente è così stupido ed infelice quanto attendersi una disgrazia. Che follia, anticiparsi il male prima che questo capiti!
L'uomo che non si gonfia nella buona sorte, neppure si angustia quando il vento cambia.
Nessuno scrive nel calendario i favori.
La morte è il non-essere. Dopo di me accadrà ciò che è stato prima di me. Se prima non abbiamo sofferto, vuol dire che non soffriremo dopo. Siamo come una lucerna che, spegnendosi, non può stare peggio di quando non era accesa. Solo nel breve intermezzo possiamo essere sensibili al male.
Sbaglia chi cerca un amico nell'atrio e lo mette alla prova nel banchetto.
Quando l'appartenersi di una donna e di un uomo diventa possesso, allora si può essere perduti, perché si perde solo ciò che si possiede.
Colui che poco possiede è tanto meno posseduto.
Un uomo che non possiede che massime è come un ciclope il cui unico occhio è posto dietro al capo.
Chi più possiede, più debbe temere di non perdere.
Ciò che possiedi di buono, ascrivilo agli dèi, non a te.
Il possesso disperde l'attrazione.
Quando entra in gioco il possesso delle cose terrene, è difficile che gli uomini ragionino secondo giustizia.
Chi può possedere in ispirito il mondo non si cura di possedere materialmente una minima parte di esso.
Non dobbiamo possedere nulla che procuri un grande guadagno a chi voglia sottrarcelo.