Una grande fortuna è una grande schiavitù.
La diffidenza chiama l'inganno.
Mi piace passare in campo altrui, ma come esploratore, non come disertore.
La vera felicità è godersi il presente, senza dipendere ansiosamente dal passato.
Noi, quando chiediamo un favore, lo valutiamo moltissimo, quando poi lo abbiamo ottenuto, lo disprezziamo.
Il sommo bene, cioè la felicità, non cerca al di fuori mezzi per realizzarsi; è un bene interiore e nasce tutto da se stesso; diventa schiavo della sorte se ricerca una parte di sé all'esterno.
La pallida morte batte ugualmente al tugurio del povero come al castello dei re.
Senza la ricchezza è vano essere un ragazzo simpatico.
La ricchezza è di molti, la saggezza di pochi. E la ricchezza, senza saggezza, spesso porta alla rovina.
Quanto più si accumulano le ricchezze, tanto più negli uomini cresce e si esaspera l'invidia.
È una disgrazia per un bambino o per un adolescente sapere di essere ricco e poter soddisfare ogni desiderio dipendente dal denaro. In questi casi diventa impossibile misurare le proprie forze e le proprie capacità. Tutto si riduce al chiedere, immediatamente seguito dall'avere.
Il ricco mangia, il povero si nutre.
Se non otterrò nulla dalla casa del ricco, mi daranno qualcosa alla casa del povero. Coloro che molto possiedono spesso sono avidi; quelli che hanno poco sono sempre pronti a spartirlo.
S'impara spesso dai ricchi a fare il pitocco.
Di là da certo segno, la ricchezza e la povertà hanno comune questa maledizione, che fanno dell'uomo uno schiavo.
Bisognerebbe andare a scuola di povertà per contenere il disastro che la ricchezza sta producendo.