Ma non è forse una vanità credersi superiori al mistero o ignorarlo?— Susanna Tamaro
Ma non è forse una vanità credersi superiori al mistero o ignorarlo?
La bontà è un cammino estremamente severo e, nella sua severità, conosce l'urgenza della discrezione. E della forza. Perché la bontà, come l'amore, richiede forza, la grande e immensa forza dello Spirito.
Quando si lacera, il cuore che rumore fa? Il tonfo di una spugna inzuppata o il sibilo di un fuoco pirotecnico bagnato dalla pioggia?
Ogni volta in cui, crescendo, avrai voglia di cambiare le cose sbagliate in cose giuste, ricordati che la prima rivoluzione da fare è quella dentro se stessi, la prima e la più importante.
Questa società così fredda, così necrofila, così impaurita, così cinica ‐ e allo stesso tempo così travolta dalle sbornie del sentimentalismo ‐ ha paura dello spirito femminile perché questo spirito, che è concreto, attivo, la spingerebbe in una direzione opposta.
Fare errori è naturale, andarsene senza averli compresi vanifica il senso di una vita.
Chi nega la propria vanità, di solito la possiede in forma così brutale da chiudere istintivamente gli occhi davanti ad essa, per non dover disprezzare se stesso.
Ciò che simboleggia meglio la vanità di tutte le cose, fama letteraria compresa, è il fiore di zucca: dura appena lo spazio di un giorno, poi appassisce e muore.
Non si confonda la vanità, che è bisogno e ricerca della stima altrui, con la fierezza, semplice manifestazione della propria autostima.
Dove ci conduce la vanità? Il savio ha mille ragioni quando afferma che la vanità è la nemica della felicità.
La altrui vanità urta il nostro gusto solo allorquando urta la nostra vanità.
Umanità vanitosa, che, non potendo della virtù, ti glorii del vizio!
Forse egli esagerava oltre ogni limite l'infelicità della propria situazione, ma alle persone vanitose succede sempre così.
La modestia è una forma raffinata di vanità. È una menzogna.
Un uomo evoluto e perbene non può essere vanitoso senza un'illimitata severità con se stesso e senza disprezzarsi fino all'odio in certi momenti.