I pensieri, in genere, sono peggiori di noi stessi.— Thomas Stearns Eliot
I pensieri, in genere, sono peggiori di noi stessi.
In una terra di fuggitivi, colui che cammina nella direzione contraria sembra che stia fuggendo.
Non smetteremo di esplorareE alla fine di tutto il nostro andareRitorneremo al punto di partenzaPer conoscerlo per la prima volta.
La razza umana non può sopportare troppa realtà.
È la chiesa che ha abbandonato l'umanità, o è l'umanità che ha abbandonato la chiesa?
Se non si può pensare completamente un pensiero, a uno pare di perdere una parte del suo io, anzi quasi, come se fosse intimamente legato in qualche posto e se ne fosse tentato invano di liberare. Ogni pensiero è un possesso che bisogna conquistare all'universo, alla potenza che lo tiene stretto.
Secondo le più recenti ricerche il subconscio sembra essere una specie di ghetto dei pensieri. Ora molti di essi hanno nostalgia di casa.
Quando il nostro pensiero intuisce qualche verità nuovissima, ci sembra sempre che siamo ritornati in noi stessi sulle rive del nostro antico essere, che si sollevi il velario dell'oblio.
Niente è più pericoloso d'un grande pensiero in un piccolo cervello.
Essendo il pensiero quel che c'è di più nobile nell'uomo, non vedo perché non vi possa andare unito qualche rischio di sofferenza e persino di morte.
A uno che ha molto pensato, ogni nuovo pensiero che sente o legge, appare subito in forma di catena.
Anche i pensieri talvolta cadono immaturi dall'albero.
Il nostro pensiero è ancora più variabile della nostra vista, e tutti gli altri sensi e facoltà contribuiscono a questo cambiamento, né esiste forse un solo potere dell'anima che resti identico, senza alterazione, un momento.
Il pensiero ingrandisce il nostro piccolo essere che è come un granello di sabbia di fronte all'eternità.
Non è difficile nutrire pensieri ammirevoli quando ci sono le stelle. Più difficile è conquistarli intatti nella meschinità di ogni giorno.