L'indietreggiare nel senso inverso dei nostri vizi, ci conduce ai vizi opposti.
Un ipocrita è un paziente nella doppia accezione del termine. Calcola un trionfo e sopporta un supplizio.
Non lasciar discutere la propria coscienza, né disarmare la propria volontà, è così che si ottiene la sofferenza, è così che si ottiene il trionfo.
La cosa che in questo mondo può essere più orrida è la gioia.
Fatto che si abbia il male, bisogna farlo tutto quanto. È da pazzi sperare di fermarsi ad un punto qualunque del mostruoso! Il delitto spinto agli estremi ha deliri di gioia.
C'è una certa solidarietà e un'infamia condivisa tra il governo che fa il male e il popolo che lo lascia fare. Soffrire è una cosa venerabile, subire è una cosa disprezzabile.
Quel che spesso ci impedisce di abbandonarci a un unico vizio è che ne abbiamo diversi.
Tutti i vizi di tutte le età e di tutti i paesi del globo riuniti assieme, non eguaglieranno mai i peccati che provoca una sola campagna di guerra.
I selvaggi hanno dei vizi. È per mezzo di questi che li conquista più tardi la civiltà.
La politica dovrebbe rappresentare interessi, interpretare ideali, colmare il divario tra sogno e realtà; non può essere fatta solo sottolineando i vizi del proprio avversario.
Il peggior vizio è la superficialità.
Quando i vizi ci abbandonano, ci lusinga credere di averli abbandonati noi.
Non sappiamo sopportare né i nostri vizi né i loro rimedi.
I vizi che vengono dal fatto che non ci si stima abbastanza non sono in minor numero di quelli che vengono dal fatto che ci si stima troppo.
Attraverso le vesti stracciate si mostrano i vizi minori: gli abiti da cerimonia e le pellicce li nascondono tutti.
Quando i vizi ci abbandonano, ci lusinghiamo credendo di averli abbandonati noi.