Sapere, a volte sconcerta e spesso sconsiglia.— Victor Hugo
Sapere, a volte sconcerta e spesso sconsiglia.
Il riso è il sole che scaccia l'inverno dal volto umano.
Il ramo, quando una mano si approssima per staccarne un fiore freme e sembra nel medesimo tempo voler sfuggire a volersi offrire. Il corpo umano ha un simile fremito quando arriva l'istante in cui le dita misteriose della morte vogliono cogliere l'anima.
I tempi primitivi sono lirici, i tempi antichi sono epici, i tempi moderni sono drammatici.
Tempus edax, homo edacior, che io tradurrei volentieri così: il tempo è cieco, l'uomo è stupido.
Alla cosa più orrenda aggiungete un'idea religiosa, essa diventerà santa e pura. Attaccate Dio al patibolo, avrete la croce.
Il vero sapere è essenzialmente armonia.
Sapere dove andare e sapere come andarci sono due processi mentali diversi, che molto raramente si combinano nella stessa persona.
So di non sapere.
Quel che insegna Google è che c'è oggi una parte enorme di umani per la quale, ogni giorno, il sapere che conta è quello in grado di entrare in sequenza con tutti gli altri saperi.
Il sapere tende a farsi vedere. Se lo si tiene segreto, deve vendicarsi.
Noi crediamo di sapere qualcosa delle cose stesse, quando parliamo di alberi, colori, neve e fiori e tuttavia non disponiamo che di metafore delle cose, che non esprimono in nessun modo le essenze originarie.
Quel che ho imparato, non lo so più. Il poco che so ancora, l'ho intuito.
Ciò che sappiamo è una goccia, ciò che ignoriamo è un oceano!
Quando aumenta il sapere, aumenta il dolore.
La cosa più dura: tornare sempre a scoprire ciò che già si sa.