La fede è al servizio della vita, non viceversa.— Vito Mancuso
La fede è al servizio della vita, non viceversa.
Dal cattolicesimo ufficiale non traspare la leggerezza responsabile della libertà, ma il peso de-responsabilizzante dell'obbedienza supina.
Una religione senza più presa sulla società diviene semplicemente inutile; e sempre per questo una società senza radicamento nella religione cade preda del caos, viene corrosa dal nichilismo e peggio ancora dall'affarismo.
La religione nasce dallo scacco, dalla crisi, dal disagio, dalla problematicità: quando gli uomini stanno bene di solito pensano ad altro che ai valori spirituali, e se arrivano a pensarvi è solo perché giungono a essere incalzati dal negativo dell'esistenza.
Mentre la ragione arriva sul far del crepuscolo e sistematizza quanto acquisito da altri, l'intuito si alza la mattina presto, si aggira che ancora è buio, pretende di vedere quando ancora non c'è luce.
La religione è oggi nel bene e nel male la principale sorgente dell'identità, non solo a livello geopolitico ma anche personale. Lo è persino per chi la rifiuta.
Se c'è una cosa che non sopporto, è la passività della fede.
Lavorare senza la fede è come tentare di raggiungere il fondo di un pozzo senza fondo.
La fede è una immaginazione che rifiuta il concreto, che non si preoccupa di ciò che la respinge. Non si può credere senza immaginazione.
Fede e storia non si escludono, ma si integrano e si spiegano a vicenda.
La fede è d'oro, l'entusiasmo è d'argento, il fanatismo è di piombo.
Questo è un punto importante per noi: vivere un rapporto intenso con Gesù, un'intimità di dialogo e di vita, così da riconoscerlo come "il Signore".
Fede è credere ciò che sai che non è così.
Credere in Dio, come negarlo, è presunzione assoluta.
Se lo scientismo è qualcosa, esso è la fede cieca e dogmatica nella scienza. Ma questa fede cieca nella scienza è estranea allo scienziato autentico.