Il lavoro allontana da noi tre grandi mali: la noia, il vizio e il bisogno.
Viviamo in società. Per noi dunque niente è davvero buono se non è buono per la società.
Il filosofo che ha detto: deus est anima brutorum aveva ragione; ma doveva andare oltre.
Di tutto ci stanchiamo nella vita: le ricchezze affaticano quei che le possiede; l'ambizione soddisfatta non lascia che rimorsi; le dolcezze dell'amore, a lung'andare, non son più dolcezze.
L'amcizia è il matrimonio dell'anima.
Un vecchio amore è come un granello di sabbia, in un occhio, che ci tormenta sempre.
L'emancipazione della classe lavoratrice deve essere opera della classe lavoratrice stessa.
Più avete da lavorare e più dovete pregare, per essere strumenti docili nelle mani di Dio.
Il lavoro vinceva la materia.
Il frutto del lavoro è il più dolce dei piaceri.
Il lavoro è un diritto dell'uomo: se l'uomo è povero è addirittura un dovere.
Ogni lavoro comincia con travaglio.
È evidente che più la società si fa tecnologica, più si riducono i posti di lavoro. E paradossalmente quello che è sempre stato il sogno più antico dell'uomo: la liberazione dal lavoro si sta trasformando in un incubo.
È la fatica dell'uomo che nutre l'ozio alle donne.
Alla mia età ho fatto il callo alla solitudine. Una solitudine, però, molto relativa, perché il lavoro riesce a riempire completamente la mia esistenza.
Con l'abitudine, il lavoro appare più leggero.