La storia è un bagno di sangue.
Credo che la prova dell'esistenza di Dio risieda principalmente in una profonda esperienza personale.
Il recedere da una pretesa è un sollievo tanto grande quanto il vederla soddisfatta.
La nostra fede è fede nella fede di qualcun altro, e questo è il caso soprattutto delle cose più importanti.
L'arte di essere saggi è l'arte di capire a cosa si può passar sopra.
Mentre una parte di ciò che noi percepiamo viene dagli oggetti che ci stanno dinanzi, attraverso i nostri organi di senso, un'altra parte (ed è possibile sia la parte maggiore) proviene sempre dal nostro cervello.
Noi tutti abbiamo creduto di poter trattare la Storia come un esperimento di fisica. La differenza è che in fisica si può ripetere l'esperimento migliaia di volte, ma nella Storia si può farlo solo una volta.
La storia è sempre più complessa dei programmi.
Non esiste la Storia, entità misteriosa scritta con la lettera maiuscola. Sono gli uomini, finché essi sono davvero uomini, che fanno e disfanno la storia.
Il vero inchiostro usato per scrivere la storia è semplice, fluido pregiudizio.
Il male va distinto in possibile e reale: in Dio è presente come possibile, e lì lo trova l'uomo, che lo realizza nella storia.
Il problema con le "lezioni della storia" è che di solito le comprendiamo dopo averci sbattuto la faccia contro.
Niente della tv passerà alla storia e tanto meno noi: dovremmo prenderci sempre meno sul serio.
Nella storia, le sole cause che muoiono sono quelle per le quali gli uomini rifiutano di morire.
Noi non sappiamo, né abbiamo il diritto di sapere, che cosa sia la storia nella sostanza, nell'assoluto, al di là del tempo. Indoviniamo, ma non conosciamo, il giudizio del Tribunale dei morti. Forse un'insperata gloria esploderà, atterrando le muraglie.
Una Storia può essere nuova eppure raccontare di tempi immemorabili. Il passato nasce con lei.