I morti non soffrono di essere morti e i vivi non soffrono se non perché vivono.— Albert Caraco
I morti non soffrono di essere morti e i vivi non soffrono se non perché vivono.
Tutti gli spirituali sono sorpassati, non vi è nessuna differenza tra maghi e preti, ci si rende altrettanto spregevoli a consultare gli uni quanto a rispettare gli altri.
La massa dei mortali è fatta di sonnambuli, e all'ordine non conviene mai che escano dal sonno, perché diventerebbero ingovernabili.
Noi siamo all'inferno, e la sola scelta che abbiamo è tra essere i dannati che vengono tormentati o i diavoli addetti al loro supplizio.
L'illusione rinasce a ogni generazione e gli amplessi la perpetuano, da secoli e millenni il solo rimedio è la continenza.
Il nostro destino è di continuare a moltiplicarci, unicamente per morire innumerevoli.
Non c'è spazio per la Morte.
È morto col sorriso sulle labbra. Altrui.
La morte s'avvicina, e il suo rumore: Fratello, Amico, Ombra, cosa importa? È la morte la nostra unica porta per uscire da un mondo dove tutto muore.
Il vero antidoto alla paura della morte non può che provenire dalla vita. Essa è un formidabile diversivo, un antidoto che respinge indietro quel pensiero e quella paura.
"Dopo che è morta, l'ho amata". È la storia di ogni vita, e di ogni morte.
La vita dei morti è riposta nel ricordo dei vivi.
Se uno non vuole morire, non vuole vivere: la vita ci è stata data con la condizione della morte; noi avanziamo verso di essa.
Muiono le città, muoiono i regni, copre i fasti e le pompe arena ed erba, e l'uom d'esser mortal par che si sdegni: oh nostra mente cupida e superba!
Che cos'è che ci fa così spavento della morte? Quello che ci fa paura, che ci congela davanti a quel momento è l'idea che scomparirà in quell'attimo tutto quello a cui noi siamo tanto attaccati. Prima di tutto il corpo. Del corpo ne abbiamo fatto un'ossessione.
Si nasce una sola volta, ma si muore per sempre.