Congratularsi vuol dire esprimere con garbo la propria invidia.— Ambrose Bierce
Congratularsi vuol dire esprimere con garbo la propria invidia.
Disprezzo. Il sentimento che prova un uomo prudente nei confronti di un nemico in posizione troppo temibile per poter essere attaccato direttamente senza pericolo.
Ammirazione. La nostra cortese ammissione che un altro ci somiglia.
Scimmia. Animale arboreo che si trova a suo agio sugli alberi genealogici.
Sposa. Una donna con una buona prospettiva di felicità dietro di lei.
Rumore. Un puzzo che disturba l'orecchio ovvero una musica non addomesticata. È comunque il prodotto principale e il segno distintivo della nostra civiltà.
Una delle conseguenze dell'invidia eccessiva sembra essere il precoce instaurarsi del senso di colpa.
Che cosa è l'uomo che invidia l'altro uomo, se non una miseria che invidia un'altra miseria?
Essere felici vuol dire essere invidiati. Ora c'è sempre qualcuno che ci invidia. Si tratta di scoprirlo.
Un io feroce: ecco l'invidioso.
L'invidia è ignoranza.
L'invidia non è altro che un odio per la superiorità altrui.
L'emulazione è la passione delle anime nobili; l'invidia il supplizio di quelle vili.
La morte acquieta l'invidia completamente, la vecchiaia lo fa per metà.
L'uomo invidioso pensa che se il suo vicino si rompe una gamba, egli sarà in grado di camminare meglio.
L'unico rimedio contro l'invidia per gli uomini e le donne comuni è la felicità, e il difficile sta nel fatto che l'invidia è in sé stessa un terribile ostacolo alla felicità.