Rifrustare il passato È un misero conforto: Quello ch'è stato è stato; Quello ch'è morto è morto.— Arturo Graf
Rifrustare il passato È un misero conforto: Quello ch'è stato è stato; Quello ch'è morto è morto.
Per imparare certe cose bisogna saperne disimparare certe altre.
Chi si lascia stordire dalla sventura, non può approfittare del suo insegnamento.
Bisogna essere un pedante ben fastidioso per volere, tutte le volte che il cuore parla, fare interloquir la ragione.
Per uno che poté dire in faccia al sole: "Tutto è perduto, fuorché l'onore!" quanti che nell'ombra potrebbero dire: "Fuorché l'onore, nulla è perduto!".
Bisogna salir così alto, che la stessa superbia si rimanga per istrada a mezzo dell'erta.
Il passato non sta mai fermo un attimo: è mobile come una bandiera in una giornata di vento. Visto con gli occhi del presente, tende continuamente a modificarsi, fino a diventare quello che Sant'Agostino definiva «il presente del passato».
Ognuno è fatalmente legato al passato dalla memoria delle cose, delle piccole cose che sono come molecole di noi stessi.
Darei tutti i miei giorni per un unico ieri.
Il silenzio è il drappo funebre del passato, ed è talvolta empio, spesso pericoloso, sollevarlo: anche quando la mano è pietosa e amorosa, il primo momento è crudele.
Se tu sapessi di più del futuro, il passato sarebbe ancora più pesante.
Il giorno seguente è lo scolaro del precedente.
Il passato non mi preoccupa: i danni che doveva fare li ha fatti; mi preoccupa il futuro, che li deve ancora fare.
I veri paradisi sono i paradisi che si sono perduti.
Il passato è l'unica cosa morta che ha un dolce odore.
La vecchiaia comincia nel momento in cui il tuo attaccamento al passato supera la tua eccitazione per il futuro.