Tali leggendo solo credono di studiare. Senza meditazione, la lettura non è che un perditempo.— Carlo Dossi
Tali leggendo solo credono di studiare. Senza meditazione, la lettura non è che un perditempo.
Di molte cose pare che non si possa far senza: poi quando si perdono o loro si rinuncia, ci accorgiamo che si può far senza benissimo anche di esse. E così dovrebbe essere anche per la vita che sembra, a chi la possiede, indispensabile.
Un libro indegno di essere letto una seconda volta è indegno pure di essere letto una prima.
La nuova letteratura non può che essere umoristica. La scienza dubita, e così l'umorismo.
Il campo del verosimile è assai minore di quello del vero.
Creder d'ingegno chi sa molto a memoria gli è come riputare sapiente chi tiene in casa una grande biblioteca. Molti, anzi, a forza di studio, diventano ignorantissimi.
Non è un vero lettore, non è un philosophe lisant, colui che non ha mai provato il fascino accusatore dei grandi scaffali pieni di libri non letti.
Quante letture ci si risparmierebbe, se si conoscessero prima gli scrittori. Tutte le letture?
Un uomo che legge ne vale due.
Leggere è niente, il difficile è dimenticare ciò che si è letto. E ormai non sono più gli autori ad allontanarci dai loro libri, ma i loro lettori.
Erano aspiranti lettori che non avevano mai aperto un libro.
Leggere significa affrontare qualcosa che sta proprio cominciando a esistere.
Leggere è una delle esperienze più formative e creative per la vita e l'intelligenza di un individuo e dunque di una collettività, di una civiltà.
Oggi la lettura tende a diventare una specie di orgia, dove ciò che conta è la volgarità dell'immaginazione, la banalità della trama e la mediocrità dello stile.
Leggere è vedere per procura.
Quelli che trascurano di rileggere si condannano a leggere sempre la stessa storia.