Se c'è una funzione essenziale della creazione artistica, è quella di non indorare mai la pillola, di non agghindare la favola di strepito e furore raccontata da un idiota, come Shakespeare definisce la vita.
La dimensione più autentica dei valori è quella che li vede non declamati o sbandierati, bensì calati nell'esistenza quotidiana, vissuti a fondo e tradotti nel modo di essere e di operare.
Conoscere significa distinguere, sapere che una cosa è quella e non tutte le altre, con cui pure ha molto in comune, così come una persona è quell'individuo, unico e irripetibile, e non tutti gli altri cui pure per certi versi tanto assomiglia.
Senza libera e asciutta sobrietà laica non c'è vera fede né vero amore per la vita.
Avere autentici maestri è una grande fortuna, ma è anche un merito, perché presuppone la capacità di saperli riconoscere e di sapere accettare il loro aiuto.
L'attenzione precisa ai fatti è una necessaria premessa di democrazia.
Come le arti non liberali si propongono come fine il guadagno e il piacere, così le arti degne di un uomo libero aspirano alla virtù e alla gloria.
L'arte è un investimento di capitali, la cultura un alibi.
Nell'arte, la bellezza non è altro che la bruttezza mitigata.
L'arte non insegna nulla, tranne il senso della vita.
L'arte vera non è quel che sembra, bensì l'effetto che ha su di noi.
Non essere mai soddisfatti: l'arte è tutta qui.
Chi lavora con le sue mani è un lavoratore. Chi lavora con le sue mani e la sua testa è un artigiano. Chi lavora con le sue mani e la sua testa ed il suo cuore è un artista.
La civiltà greca ci dichiara che nelle rappresentazioni artistiche altro è sentire altro è vedere. Vedere è peggio, è più impressionante.
L'arte non nasce mai dalla felicità.
Le arti, quando sono sane, sono succinte.
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