Se c'è una funzione essenziale della creazione artistica, è quella di non indorare mai la pillola, di non agghindare la favola di strepito e furore raccontata da un idiota, come Shakespeare definisce la vita.
La memoria storica è conoscenza, è pietas, è ricerca dei significati e della loro gerarchia, e la sua perdita significa imbecillità.
Conoscere significa distinguere, sapere che una cosa è quella e non tutte le altre, con cui pure ha molto in comune, così come una persona è quell'individuo, unico e irripetibile, e non tutti gli altri cui pure per certi versi tanto assomiglia.
Nessuno vive nel paradiso terrestre e l'esistenza è anche malizia contro la malizia che s'annida in essa.
Vivere e ridere nonostante tutto, assaporare in fondo ogni istante per se stesso.
Chiedere perdono è più difficile che perdonare, gesto che dà il conforto di sentirsi magnanimi e superiori all'altro.
Chi in un'arte è diventato maestro, può senza danno scordarsi le regole.
L'artista deve creare cose belle, ma senza infondere in loro nulla della sua vita. Viviamo in un'epoca in cui gli uomini trattano l'arte come se dovesse essere una forma di autobiografia. Abbiamo perduto il senso della bellezza astratta.
L'arte è una passione.
L'arte non imita, interpreta.
L'opera d'arte deve signoreggiare lo spettatore. Non sta allo spettatore signoreggiare l'opera d'arte.
Per l'artista non esiste mai nulla di brutto in natura.
Chi dice romanticismo dice arte moderna, cioè intimità, spiritualità, colore, aspirazione verso l'infinito, espressi con tutti i mezzi presenti nelle arti.
Non esiste vera arte senza perfetta inutilità.
Amate l'arte per sé, e allora tutte le cose che vi occorrono vi saranno concesse. Tutte le grandi civiltà hanno professato questo culto per la bellezza e per la creazione di cose belle, per esso la vita di ogni cittadino diventa un sacramento e non una speculazione.
L'arte è l'immagine allegorica della creazione.
Login in corso...