Solo recitando la propria infelicità si può superarla.— Elias Canetti
Solo recitando la propria infelicità si può superarla.
La vera tenerezza per gli esseri umani ti sopraffà quando non ti stanno più intorno.
Il romanzo, creatura di tempi più calmi, può portare qualcosa dell'antica calma nella nostra attuale precipitazione. Per molte persone potrebbe servire come un rallentatore; potrebbe incitare a perseverare; potrebbe rimpiazzare le vuote meditazioni dei loro culti.
La prima e più saliente contrapposizione è tra uomini e donne; la seconda, fra i vivi e i morti; la terza, fra amici e nemici.
La vecchiaia, quando è degna di questo nome, dovrebbe portare il meglio.
Per quanto sgradevoli siano i nemici, non diventeranno mai noiosi come i seguaci.
Meglio essere infelici sui cuscini di una Rolls Royce che sulle panchette di un tram.
Se non ci fosse, a questo mondo, l'infelicità, ci potremmo credere in paradiso.
La speranza degli infelici rinasce sempre.
Non c'è gioia per chi procura l'infelicità altrui.
Nessuno può farti sentire infelice se tu non glielo consenti.
L'origine del sentimento profondo dell'infelicità, ossia lo sviluppo di quella che si chiama sensibilità, ordinariamente procede dalla mancanza o perdita delle grandi e vive illusioni.
Non ho fame. Non ho sete. Non ho caldo. Non ho freddo. Non ho sonno. Non mi scappa niente. Come sono infelice.
L'uomo è infelice perchè incontentabile.
Niuno stato è così misero, il quale non possa peggiorare; e nessun mortale, per infelicissimo che sia, può consolarsi né vantarsi, dicendo essere in tanta infelicità, che ella non comporti accrescimento.
Ben difficilmente si vede un uomo infelice per non essere riuscito a scorgere ciò che avviene nell'anima altrui; ma colui che non avverte i moti della propria anima, è inevitabile che sia infelice.