Non spetta a noi dimostrare l'impossibilità del miracolo: spetta al miracolo dimostrare sé stesso.— Ernest Renan
Non spetta a noi dimostrare l'impossibilità del miracolo: spetta al miracolo dimostrare sé stesso.
L'immortalità è lavorare a un compito eterno.
L'insegnamento di Gesù non ha traccia di una morale applicata, o di un diritto canonico ben definito. Una sola volta si pronuncia chiaramente sul matrimonio, e vieta il divorzio.
Nelle nostre civiltà affaccendate, la memoria della libera vita di Galilea è rimasta come il profumo d'un altro mondo, come una rugiada dell'Hermon, grazie alla quale la siccità e la volgarità non hanno invaso tutto quanto il campo di Dio.
Per essere liberi in un'età come la nostra, uno deve essere in una posizione d'autorità. Questo di per sé basterebbe a rendermi ambizioso.
L'idea che sta in un quadro di Raffaello è poca cosa, non conta che il quadro.
Raramente ci rendiamo conto che siamo circondati da ciò che è straordinario. I miracoli avvengono intorno a noi, i segnali di Dio ci indicano la strada, gli angeli chiedono di essere ascoltati.
Credere ai miracoli è più comodo che confutarli.
Si chiama miracolo quando Dio batte i suoi record.
Il miracolo è destinato a essere creduto da coloro che hanno avuto il dono della Fede. E a non esserlo, da coloro che questo dono non l'hanno avuto.
Non credo ai miracoli: ne ho visti troppi.
La scienza non è che la spiegazione di un miracolo che non riusciamo mai a spiegare e l'arte è un'interpretazione di quel miracolo.
I miracoli sono sempre in attesa, senza far distinzione per nessuno.
I miracoli sono incidenti propizi, le cui cause naturali sono troppo complesse perché si possano facilmente capire.
I miracoli sono sull'uscio di casa. Basta saperli accogliere come fiori sbocciati in un deserto di sabbia. Sono fatti di amore, chiarezza e speranza.