La saggezza si conquista attraverso la sofferenza.— Eschilo
La saggezza si conquista attraverso la sofferenza.
Né anarchia né tirannia; abbiate fede nella medietà.
Noi siamo i Fedeli dei Persiani partiti per la terra greca, i custodi della doviziosa reggia, ricca di molto oro, che lo stesso signore e re Serse, figlio di Dario, scelse come i più degni per l'età a sorvegliare il paese durante la sua assenza.
Il futuro lo conoscerete quando sarà arrivato; prima di allora, dimenticatelo.
La morte è un destino migliore e più mite della tirannia.
Umane sventure certo possono agli umani toccare; e molte sventure ai mortali vengon dal mare e molte poi dalla terra, se il tempo di vita in là si prolunghi.
Chi non è attraente a vent'anni, forte a trenta, ricco a quaranta, saggio a cinquanta, non sarà mai attraente, forte, ricco o saggio.
Il primo grado della saggezza è sapere tacere: il secondo è saper parlare poco e moderarsi nel discorso.
C'è un'alchimia nel dispiacere. Esso può essere tramutato in saggezza, la quale, se non porta la gioia, può tuttavia portare felicità.
Ci vuole una forma superiore di saggezza per sapere quando occorre usare l'ingiustizia.
L'aspetto della saggezza non è cupo e tetro, non è pensieroso, è ilare e pieno di gioia. Il fine e il compimento della sapienza stanno nella giocosità felice.
Se mi offrissero la saggezza alla condizione di tenerla per me, senza comunicarla a nessuno, non la vorrei.
Il saggio è sempre modesto.
Di saggezze ce n'è più d'una, e tutte sono necessarie al mondo; non è male che esse si avvicendino.
Lo stare zitti è la saggezza dello sciocco.
Solo i più saggi o i più stupidi degli uomini non cambiano mai.