Per gli uomini le sventure altrui sono la miglior medicina delle proprie.— Esopo
Per gli uomini le sventure altrui sono la miglior medicina delle proprie.
Un pettegolezzo calunnioso non svanisce mai del tutto, se molti lo ripetono: anche la calunnia è una specie di divinità.
Lento e costante vince la gara.
Nessun atto di gentilezza, per piccolo che sia, è mai sprecato.
Chi vuol rimproverare gli altri, deve anzitutto viver bene lui e rigar dritto, e poi insegnare a far altrettanto.
La favola insegna che quelli che tradiscono l'amicizia, anche se riescono a sfuggire alla vendetta delle vittime, per l'impotenza di queste, non possono in ogni caso sfuggire alla punizione del cielo.
Difficile che in fondo alla sventura non ci sia qualche po' di colpa.
È buona cosa apprendere la cautela dalle sventure altrui.
Non ho mai conosciuto in vita un uomo che non sapesse sopportare le sventure altrui con perfetta rassegnazione cristiana.
Questo solo di buono ha la continua sventura, che finisce per temprare le sue vittime di sempre.
La sventura costringe l'uomo a far la conoscenza di ben strani compagni di letto.
Chi si lascia stordire dalla sventura, non può approfittare del suo insegnamento.
Lo sventurato non bello, e maggiormente se vecchio, potrà esser compatito, ma difficilmente pianto. Così nelle tragedie, ne' poemi, ne' romanzi ec. come nella vita.
Quando si tratta di pronosticare una sventura, nessun nemico è mai all'altezza di un amico.
La svenura ti chiarirà se tu hai un amico o solo uno che si dice tale.
È permesso guardare la sventura a tradimento per soccorrerla.