In vecchiaia si pagano i debiti contratti in gioventù.— Fausto Gianfranceschi
In vecchiaia si pagano i debiti contratti in gioventù.
Ai critici che si improvvisano narratori consiglierei un nuovo genere letterario: l'autostroncatura.
Le cose sarebbero chiarissime se gli intellettuali non le spiegassero.
Oltre all'attesa di quello che accadrà dopo la morte, mi inquietano altri due interrogativi antecedenti e senza risposte: quando e come moriro? E il quando è meno preoccupante del come.
Nessun rimedio è all'altezza della morte.
Il compito quotidiano: arrivare fino a notte senza annoiarsi.
Sei vecchio quando non riesci ad afferrare le novità in quello che ritorna.
L'unica consolazione della vecchiaia è che hai tante cose da raccontare. Se trovi chi te le ascolta.
In vecchiaia ci si pente soprattutto dei peccati non commessi.
Ho capito di essere invecchiato quando al mio compleanno tutti gli invitati si sono messi intorno alla torta per scaldarsi le mani.
La vecchiaia non m'è mai sembrata una scusante alla perfidia umana: anzi, son più disposto a considerarla una circostanza aggravante.
I vecchi che posseggono il senso dell'umorismo hanno diritto al trenta percento di sconto sull'età.
La vecchiezza è male sommo: perché priva l'uomo di tutti i piaceri, lasciandone gli appetiti, e porta seco tutti i dolori.
Non c'è nulla di meglio di una vecchiaia piena di grazia.
La vecchiaia è l'età più capace di rancori. Per la collera manca la forza, manca la rapidità della reazione, e al colpo non corrisponde la percossa.
Ti accorgi di essere invecchiato quando, chinandoti per allacciarti una scarpa, ti chiedi cos'altro puoi fare già che sei giù.