L'errore è la regola; la verità è l'accidente dell'errore.
Per lavorare, per creare serenamente un'opera, una grande opera, bisognerebbe non vedere nessuno, non interessarsi a nessuno, non amare nessuno, ma allora per quale ragione fare un'opera?
Rispetto troppo l'idea di Dio per renderlo responsabile di un mondo così assurdo.
Il romanziere è lo storico del presente, mentre lo storico è il romanziere del passato.
Nella lettura solitaria, l'uomo che cerca sé stesso ha qualche possibilità di trovarsi.
Se la civiltà non è nel cuore dell'uomo, ebbene, essa non è da nessuna parte.
Facile a scorgere è l'errore altrui, difficile è, invece, il proprio.
L'esperienza mi aveva insegnato molto presto che possiamo commettere degli errori indipendentemente dalla nostra volontà, e poco tempo dopo imparai anche che possiamo commettere degli errori senza neanche capire cosa abbiamo fatto e perché siano errori.
L'errore di opinione si può tollerare, quando la ragione è lasciata libera di combatterlo.
L'entità dell'errore è commisurata alla statura di chi lo commette.
Errare è possibile a tutti gli uomini. Ma il saggio, quando ha commesso un errore, non rimane irremovibile e ripara il male che ha fatto. Perseverare nell'errore, infatti, genera ogni sorta di mali.
Chi mai vorrà cacciar via un errore che lui stesso ha messo al mondo, per sostituirlo con una verità adottata?
Meglio un errore fatto da sé, che una verità fatta dagli altri.
Chi evita l'errore elude la vita.
È già molte volte accaduto nel mondo che un vecchio errore, conosciuto per tale, e come tale mandato in bando, ripresentato poi in capo di certo tempo, fu accolto come eccellente e novissima verità.