I fatti sono cocciuti, la morte il più cocciuto dei fatti.— Gesualdo Bufalino
I fatti sono cocciuti, la morte il più cocciuto dei fatti.
Metà di me non sopporta l'altra e cerca alleati.
Gli assenti hanno una volta torto ma novantanove volte ragione.
Riconosco per mio solo ciò che ho scritto con inchiostro simpatico.
Abituarsi a guardare la vita come una cosa d'altri, rubata per scherzo, da restituire domani. Convincersi ch'è uno sbaraglio per temerari, che la precauzione suprema è morire.
Come si fa ad amarsi vivendo con se stessi 24 ore su 24?
Meglio essere vigliacchi per un minuto che morti per il resto della vita!
Ahimè al cielo, ahimè alla luna sole e stelle mi portan fortuna! Io vivo per soffrire, e vorrei sol morire!
La salute non ha mai prodotto niente. L'infelicità è un dono. Io mangio solo per nutrire il dolore. La preparazione alla morte dura una vita intera.
Ogniqualvolta muore un uomo, è un universo intero a venire distrutto. Ce ne rendiamo conto non appena ci identifichiamo con quell'uomo.
La morte: due treni che si scontrano.
La pallida morte batte ugualmente al tugurio del povero come al castello dei re.
La consapevolezza della morte ci incoraggia a vivere.
Che cos'è che ci fa così spavento della morte? Quello che ci fa paura, che ci congela davanti a quel momento è l'idea che scomparirà in quell'attimo tutto quello a cui noi siamo tanto attaccati. Prima di tutto il corpo. Del corpo ne abbiamo fatto un'ossessione.
Viviamo forse noi uomini per abolire la morte? No, viviamo per temerla e poi amarla e appunto per amor suo questo nostro po' di vita arde talvolta di luce così bella per qualche istante.
Non avere paura della morte, fa meno male della vita.