I fatti sono cocciuti, la morte il più cocciuto dei fatti.— Gesualdo Bufalino
I fatti sono cocciuti, la morte il più cocciuto dei fatti.
L'amore: un sentimento inventato: ciò che conta è il gioco della seduzione, il rituale di piacere a qualcuno.
Una donna deve essere molto bella per permettersi la verginità.
Mangiare, abitudine obbligatoria ma stupida.
Ci vogliono virtù a iosa per fare un vizio.
L'unica cosa asciutta: la sterilità.
Ricordiamo il vecchio adagio: si vis pacem, para bellum: se vuoi conservare la pace preparati alla guerra. Sarebbe ora di modificare questo adagio e di dire: si vis vitam, para mortem: se vuoi poter sopportare la vita, disponiti ad accettare la morte.
La morte produce qualcosa di piacevole: le vedove.
La morte! quel tipo vero dell'uguaglianza che distrugge inesorabilmente ogni superiorità mondana e confonde in un ammasso di putredine gli avanzi dell'imperante e del mendico! la morte deve stupire di tanta differenza fra i funerali del povero e quelli del ricco!
Di fronte a se stesso ognuno è immortale; può sapere che sta per morire, ma non potrà mai sapere che è morto.
È morto col sorriso sulle labbra. Altrui.
Morire. Non fosse che per fregare l'insonnia.
Se io muoio non piangere per me, fai quello che facevo io e continuerò vivendo in te.
Vorrei andare a Limbiate al vecchio cimitero. La morte mi consola sempre. Credo in Dio e sento la sua pace.
La morte non è mai banale: è solennità, è mistero.
Nessuno sa se per l'uomo la morte non sia per caso il più grande dei beni, eppure la temono come se sapessero bene che è il più grande dei mali. E credere di sapere quello che non si sa non è veramente la più vergognosa forma di ignoranza?