Dovunque si bruciano i libri, si finisce per bruciare anche gli uomini.— Heinrich Heine
Dovunque si bruciano i libri, si finisce per bruciare anche gli uomini.
Da ogni inglese si sviluppa il gas mefitico della noia.
Gli ebrei, se sono buoni, sono migliori, se cattivi, peggiori dei cristiani.
Solo chi beneficia dell'elogio apprezza la critica.
Ognuno dovrebbe perdonare i propri nemici, ma non prima che questi siano impiccati.
Dove le parole finiscono, inizia la musica.
I libri non sostituiscono la vita, ma neppure la vita sostituisce i libri.
La cenere del passato ha la sua fenice, il libro.
I classici sono quei libri che ti fanno odiare la scuola.
Per ogni libro degno di essere letto c'è una miriade di cartastraccia.
C'è gente tanto brava da scrivere due libri contemporaneamente: il primo e l'ultimo.
Bisognerebbe leggere, credo, soltanto i libri che mordono e pungono. Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo?
Un libro deve essere un'ascia per il mare ghiacciato che è dentro di noi.
Abbiamo bisogno di libri che agiscano su di noi come una disgrazia che ci fa molto male, come la morte di uno che ci era più caro di noi stessi, come se fossimo respinti nei boschi, via da tutti gli uomini, come un suicidio.
Non merita d'essere letto il libro che non lasci desiderio d'essere riletto.
Uscire da un libro è come uscire dal meglio di sé. Passare dagli archi soffici e ariosi della mente alle goffaggini di un corpo accattone sempre in cerca di qualcosa è comunque una resa.