Dovunque si bruciano i libri, si finisce per bruciare anche gli uomini.
Se, come molti credono, viviamo ancora nella giovinezza dell'umanità, allora il cristianesimo è una delle più stravaganti fra le sue idee infantili, che fanno molto più credito al suo cuore che al suo cervello.
Che cos'è il piacere, se non un dolore straordinariamente dolce.
L'esperienza è una buona scuola. Ma le sue rette sono più alte.
Gli avvocati, questi girarrosti delle leggi che, a forza di girarle e rigirarle, finiscono per cavarne un arrosto per loro.
La persecuzione di chi la pensa diversamente è soprattutto monopolio del clero.
Per quello che mi riguarda, se un libro è ben scritto, lo trovo sempre troppo corto.
Un monaco dovrebbe certo amare i suoi libri con umiltà, volendo il ben loro e non la gloria della propria curiosità: me quello che per i laici è la tentazione dell'adulterio e per gli ecclesiastici regolari è la brama di richezze, questa per i monaci è la seduzione della conoscenza.
Quanti uomini hanno datato l'inizio d'una nuova era della loro vita dalla lettura di un libro.
La bellezza di un libro come oggetto non può prescindere dal suo contenuto. Non c'è infatti sopruso maggiore di un libro stupido rilegato lussuosamente.
L'enorme moltiplicarsi dei libri in ogni ramo dello scibile è uno fra i peggiori flagelli dell'età nostra, uno dei più seri ostacoli al raggiungimento d'ogni conoscenza positiva.
Un uomo deve subire molti castighi per scrivere un libro veramente divertente.
Un uomo che legge dovrebbe essere un uomo intensamente vivo. Il libro dovrebbe essere una palla di luce nelle sue mani.
Quando un libro è uscito è tempo, per l'autore, di rimorsi.
I libri brutti sono come le donne brutte: non ci si può mica cavarne fuori molto.
Dai libri imparo meno che dalla vita; un solo libro mi ha molto insegnato: il vocabolario. Ma adoro anche la strada, ben più meraviglioso vocabolario.