D'un classico ogni rilettura è una lettura di scoperta come la prima.
Di una città non apprezzi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà ad una tua domanda.
Chi ha l'occhio, trova quel che cerca anche a occhi chiusi.
Il rischio che abbiamo corso è stato vivere: vivere sempre.
La giovinezza è tante cose, anche una particolare accuratezza dello sguardo che afferra un enorme numero di particolari e sfumature.
E' impossibile stabilire dove, e quando, è nata una fiaba.
Per scrivere un libro nel terzo millennio ci vuole una smisurata superbia. Basta entrare in una biblioteca comunale e guardare le vetrine di un cartolaio per capire che il mondo non ha bisogno di un volume in più.
Un uomo che non legge buoni libri non ha alcun vantaggio rispetto a quello che non sa leggere.
Mai imprestar libri, non uno fa ritorno; i soli che ho in biblioteca sono quelli che altri mi hanno imprestato.
I libri sono di chi li legge.
Bisognerebbe leggere, credo, soltanto i libri che mordono e pungono. Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo?
Non si leggono i classici per dovere o per rispetto, ma solo per amore.
Molti libri non richiedono di riflettere a chi li legge, e per una ragione molto semplice: essi non fecero tale richiesta a coloro chi li scrissero.
A non leggere troppi libri, quante mai cose s'imparano!
Sono i libri che un uomo legge, quelli che lo accusano maggiormente.
Non basta avere molti libri, bisogna anche spolverarli.