Il libro è l'oppio dell'Occidente.
Che cos'è il genio se non l'arte di rendere gradevole la sofferenza?
La sventura è la nostra più grande maestra e la nostra migliore amica. È lei che c'insegna il senso della vita.
L'impotenza di Dio è infinita.
Una persona non è mai felice se non a prezzo d'una certa ignoranza.
La legge, nella sua solenne equità, proibisce così al ricco come al povero di dormire sotto i ponti, di elemosinare nelle strade e di rubare pane.
Di libri basta uno per volta, quando non è d'avanzo.
Il tuo classico è quello che non può esserti indifferente e che ti serve per definire te stesso in rapporto e magari in contrasto con lui.
Dovunque si bruciano i libri, si finisce per bruciare anche gli uomini.
Ci sono libri che non si dovrebbero osare se non dopo i quarant'anni.
Ci dovrebbe essere un tempo nella vita adulta dedicato a rivisitare le letture più importanti della gioventù. Se i libri sono rimasti gli stessi noi siamo certamente cambiati, e l'incontro è un avvenimento del tutto nuovo.
Nessun vascello c'è che, come un libro, possa portarci in contrade lontane.
Lo stile e la struttura sono l'essenza di un libro; le grandi idee sono inutili.
A leggere la quarta di copertina dei libri in commercio, sembrerebbe che in circolazione ci siano soltanto capolavori.
Un libro è uno specchio. Se ci si guarda una scimmia, quella che compare non è evidentemente l'immagine di un apostolo.
Il libro non è un ente chiuso alla comunicazione: è una relazione, è un asse di innumerevoli relazioni.