La morale è ciò che resta della paura quando la si è dimenticata.— Jean Rostand
La morale è ciò che resta della paura quando la si è dimenticata.
Il fanatismo è sempre al servizio del falso, ma anche al servizio del vero sarebbe detestabile.
Chi uccide un uomo è un assassino. Chi uccide milioni di uomini è un conquistatore. Chi li uccide tutti è un Dio.
Ammiro il libro che mi obbliga a leggerlo.
Si può misurare la reale nobiltà di un individuo dalla somma di sentimenti poco nobili che si permette di lasciar vedere.
Lo spaventoso, morendo, è di scomparire senza aver capito. Il crimine della morte non è quando ci uccide, ma quando nel troncare la nostra angoscia le conferisce l'eternità.
Viviamo nella paura, ed è così che non viviamo.
Siccome l'animosità è pericolo di vita, così la paura è la sicurtà di quella.
Ho sempre basato le mie scelte sulla paura, o meglio sul rifiuto della paura.
Non è coraggio se non hai paura.
I generali non lottano con la paura della truppa, preferiscono tenerla occupata.
L'unica cosa di cui aver paura è la paura.
Non si potendo ottenere le cose grande senza qualche pericolo, si debbono le imprese accettare ogni volta che la speranza è maggiore che la paura.
A volte, come i bambini che hanno timore del buio, così noi temiamo, alla luce del giorno, per cose altrettanto inconsistenti di quelle di cui al buio ha paura il bambino.
È sotto l'effetto della paura che si compiono i gesti più inammissibili.
Il pauroso non sa che cosa significa esser solo: dietro la sua poltrona c'è sempre un nemico.