L'arte vuol sempre irrealtà visibili.— Jorge Luis Borges
L'arte vuol sempre irrealtà visibili.
Tutto, tra i mortali, ha il valore dell'irrecuperabile e del casuale.
Un uomo può essere nemico di altri uomini, di altri momenti di altri uomini, ma non d'un paese: non di lucciole, di parole, di giardini, di corsi d'acqua, di tramonti.
L'unica cosa senza mistero è la felicità, perché si giustifica da sé.
Stampando una notizia in grandi lettere, la gente pensa che sia indiscutibilmente vera.
Le case a mezz'asta quasi rasenti la strada e un tramonto mostruoso con tutte le ali aperte.
L'arte è un'attività umana il cui fine è la trasmissione ad altri dei più eletti e migliori sentimenti a cui gli uomini abbiano saputo assurgere.
Non è un'arte quella che arriva allo scopo per caso.
Se è arte non può essere popolare e se è popolare non può essere arte.
Tutte le arti contribuiscono all'arte più grande di tutte: quella di vivere.
Se non posso essere normale voglio essere un'eccezione, un artista eccezionale.
L'arte è una passione.
L'arte moderna è ciò che accade quando i pittori smettono di guardare le donne e pensano di avere un'idea migliore.
Si vede come si vuol vedere, ed è questa falsità che costituisce l'arte.
L'arte è un vangelo di realtà che non può esprimersi in altri termini. In tal senso l'artista è un messaggero degli dei, e per tale ragione non può spiegare il loro messaggio in una lingua che non sia la sua.
L'arte è contemplazione: è il piacere di uno spirito che penetra la natura e scopre che anch'essa ha un'anima; è la più sublime missione dell'uomo, poiché è l'esercizio del pensiero che cerca e comprende l'universo e di farlo comprendere.