L'italiano non lavora, fatica.— Leo Longanesi
L'italiano non lavora, fatica.
Conservatore in un paese in cui non c'è nulla da conservare.
Soltanto sotto una dittatura riesco a credere nella democrazia.
L'arte è un appello al quale troppi rispondono senza essere stati chiamati.
Non bisogna appoggiarsi troppo ai principi perché poi si afflosciano.
Il professore di lingue morte si suicidò per parlare le lingue che sapeva.
A noi italiani piace far da soli e spesso siamo molto furbi per far da soli: furbi, ma non intelligenti.
In Sudamerica il condono fiscale si fa dopo il golpe; in Italia prima delle elezioni; ma invertendo i fattori il prodotto non cambia: il condono fiscale è comunque una forma di prelievo fuori legge.
L'Italia può essere piena di bellissimi quadri e di chiese, ma non possiamo giudicare un paese che dai suoi uomini.
In Italia c'è bisogno di cambiare visione sullo sport: non è solo e sempre calcio, calcio, calcio.
In Italia il far nulla appartiene alle occupazioni.
Penso che un giocatore italiano meriti di giocare in nazionale, mentre chi non è nato in Italia, anche se ha dei parenti, credo non lo meriti. È la mia opinione.
L'Italia è il paese dei diplomi, delle lauree, della cultura ridotta soltanto al procacciamento e alla spasmodica difesa dell'impiego.
"Credere, obbedire, combattere": lo slogan imposto a un popolo che non crede in niente, non sa obbedire, e non vuol combattere.
Essere italiani è un lavoro a tempo pieno.
Alla manutenzione l'Italia preferisce l'inaugurazione.