L'arte deve sopprimere la violenza.— Lev Tolstoj
L'arte deve sopprimere la violenza.
Noi moriamo soltanto quando non riusciamo a mettere radice in altri.
Provava una sensazione simile a quella di un uomo che, traversato tranquillamente un precipizio su di un ponte, si accorgesse improvvisamente che il ponte è crollato e che sotto c'era un abisso. L'abisso era la vita così come è; il ponte quella vita artificiale che aveva vissuta.
Se i macelli avessero le pareti di vetro saremmo tutti vegetariani.
Perché viaggio?
Come una candela ne accende un'altra e così si trovano accese migliaia di candele, così un cuore ne accende un altro e così si accendono migliaia di cuori.
Non violenza significa anche cose molto semplici ed essenziali come il rispetto degli altri.
La servitù, in molti casi, non è una violenza dei padroni, ma una tentazione dei servi.
Per me la violenza è un soggetto del tutto estetico. Dire che non ti piace la violenza al cinema è come dire che al cinema non ti piacciono le scene di ballo.
La non-violenza è il primo articolo della mia fede. È anche l'ultimo articolo del mio credo.
La violenza va sempre rifiutata, perché a farne le spese è poi la gente comune.
La violenza risolve sempre tutto.
Apprendere che nella battaglia della vita si può facilmente vincere l'odio con l'amore, la menzogna con la verità, la violenza con l'abnegazione dovrebbe essere un elemento fondamentale nell'educazione di un bambino.
Se esiste un uomo non violento, perché non può esistere una famiglia non violenta? E perché non un villaggio? una città, un paese, un mondo non violento?
La nonviolenza non può essere predicata. Deve essere praticata.
Coloro che credono nell'uomo quale è, e non hanno dunque abbandonato la speranza di vincere la violenza e l'irrazionalità, devono esigere che a ogni uomo sia dato il diritto di organizzare autonomamente la propria vita, nella misura in cui ciò è compatibile con gli eguali diritti degli altri.