Ateo. Uno che crede nell'al di qua.— Marcello Marchesi
Ateo. Uno che crede nell'al di qua.
I bambini sono un genere voluttuario.
La legge è uguale per tutti. Basta essere raccomandati.
La parte preparatoria dei rimorsi, di solito, è abbastanza piacevole.
L'Italia è una donna di facili costumi.
Il diavolo fa le pentole, i preti fanno i coperchi.
È molto più difficile non credere che credere in Dio, i veri atei sono quasi introvabili.
Se l'ateismo si propagasse diventerebbe una religione non meno intollerante di quelle antiche.
L'ateismo è un'aspirazione non soltanto realistica, ma anche nobile e coraggiosa.
Se Dio fosse visibile, l'ateismo diventerebbe una fede.
Quale insidiosa ed astuta insinuazione nella parola 'ateismo'! Come se il teismo fosse la cosa più naturale del mondo.
L'ateismo è una protesta necessaria contro la perversità delle Chiese e la ristrettezza delle fedi. Dio lo usa come una pietra per abbattere questi castelli di carte insudiciate.
Se vi sono degli atei, con chi prendersela se non con quei tiranni mercenari delle anime, che, costringendoci a ribellarci contro le loro nefandezze, forzano gli spiriti deboli a negare il Dio che quei mostri disonorano?
L'occhio e l'ala di farfalla bastano per annientare un ateo.
Né la scienza né la logica permettono di concludere che Dio non esiste. Nessun ateo può quindi illudersi di essere più logico e più scientifico di colui che crede. Chi sceglie l'ateismo fa quindi un atto di fede: nel nulla. Credere in Dio è più logico e più scientifico che credere nel nulla.
La lode più alta a Dio è nella negazione dell'ateo che ritiene la creazione tanto perfetta da poter fare a meno di un creatore.