L'abitudine ci nasconde il vero aspetto delle cose.
L'arte di cenare bene non è cosa da poco, il piacere di farlo non è un piacere da poco.
Faccio dire ad altri quello che non so dire bene, talvolta per debolezza del mio linguaggio, talaltra per debolezza dei miei sensi.
Non tutto quello che vacilla cade.
In nulla crediamo così fermamente quanto in ciò che meno conosciamo.
In verità, la cura e la spesa dei nostri padri mirano solo a riempirci la testa di sapere; di senno e di virtù, manco si parla.
L'abitudine fa della vita un proverbio.
Forme pietrificate e ormai irriconoscibili della nostra prima felicità, del nostro primo orrore, queste sono le abitudini.
La costanza di un'abitudine è di solito proporzionale alla sua assurdità.
L'abitudine è in tutte le cose il miglior maestro.
L'abitudine è il più spietato dei veleni perché entra in noi lentamente, silenziosamente, cresce a poco a poco nutrendosi della nostra inconsapevolezza, e quando scopriamo d'averla addosso ogni fibra di noi s'è adeguata, ogni gesto s'è condizionato, non esiste più medicina che possa guarirci.
Se diventi schiavo dell'abitudine, lentamente ti spegni.
Le sciocche e laide abitudini sono le corruzioni della nostra natura.
L'abitudine è una grande sordina.
L'abitudine è l'abitudine, e nessun uomo può buttarla dalla finestra; se mai la si può sospingere giù per le scale, un gradino alla volta.
L'abitudine e il timore del nuovo sono ostacoli alla nostra crescita e ci fanno rimanere quelli di sempre con una vita piatta, insignificante e sempre uguale.
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