L'abitudine rende sopportabili anche le cose spaventose.— Esopo
L'abitudine rende sopportabili anche le cose spaventose.
Dove c'è bisogno delle mani, le parole sono perfettamente inutili.
Una volta che ha sperimentato la malvagità di qualcuno, il saggio non si lascia più ingannare dalle sue mosse.
Quando le cose sono ormai successe è inutile pentirsi.
Nessun atto di gentilezza, per piccolo che sia, è mai sprecato.
La favola insegna che quelli che tradiscono l'amicizia, anche se riescono a sfuggire alla vendetta delle vittime, per l'impotenza di queste, non possono in ogni caso sfuggire alla punizione del cielo.
A nulla ci si abitua tanto presto che le cattive abitudini.
L'abitudine di veder sempre una faccia di donna ha per effetto di farla trovar bella.
Se l'abitudine è una seconda natura, ci impedisce di conoscere la prima, della quale non ha né la crudeltà, né gli incanti.
Se diventi schiavo dell'abitudine, lentamente ti spegni.
Viviamo di solito nell'abitudine, con il nostro essere ridotto al minimo. Le nostre facoltà restano addormentate, riposando sui guanciali dell'abitudine: essa sa quello che c'è da fare e non ha bisogno di loro.
Ci si rammarica della perdita delle peggiori abitudini, forse più di ogni altra cosa. Sono in effetti una parte così essenziale della nostra personalità.
L'abitudine al lavoro modera ogni eccesso, induce il bisogno, il gusto dell'ordine; dall'ordine materiale si risale al morale: quindi può considerarsi il lavoro come uno dei migliori ausiliari dell'educazione.
Un'abitudine, se non contrastata, presto diventa una necessità.
La costanza di un'abitudine è di solito proporzionale alla sua assurdità.