Tale è la forza dell'abitudine che ci si abitua perfino a vivere.
Psicoanalisi. Dietrologia che spiega i rimossi dell'analista assai più che del paziente.
La speranza è una specie di scarlattina infantile che ci portiamo dietro tutta la vita.
Un libro non è soltanto, o non è sempre, un tempio delle idee o un'officina di musica e luce, è anche un luogo oscuro di sfoghi e di rimozioni, dove si combatte un duello senza pietà, con la sola scelta di guarire o morire.
E se Dio avesse inventato la morte per farsi perdonare la vita?
Due infelicità, sommate, possono fare una felicità.
Forme pietrificate e ormai irriconoscibili della nostra prima felicità, del nostro primo orrore, queste sono le abitudini.
L'abitudine è la più infame delle malattie perché ci fa accettare qualsiasi disgrazia, qualsiasi dolore, qualsiasi morte.
L'abito è grande maestro, ma di per sé insufficiente, se non vi si aggiunga la ragione pensata e la volontà di quello a che l'uomo si viene abituando.
Niente ha bisogno d'esser modificato quanto le abitudini degli altri.
Decise di cambiar vita, di approfittare delle ore del mattino. Si levò alle sei, fece la doccia, si rase, si vestì, gustò la colazione, fumò un paio di sigarette, si mise al tavolo di lavoro e si svegliò a mezzogiorno.
Se si tollera qualcosa, diventa sopportabile e poco tempo dopo anche normale.
L'abitudine è in qualche modo simile alla natura, giacché "spesso" e "sempre" sono vicini; la natura è di ciò che è sempre, l'abitudine di ciò che è spesso.
Prendi la direzione opposta all'abitudine e quasi sempre farai bene.
L'abitudine ci fa accettare l'inaccettabile.
Solo il debole può abbracciarti con durezza. La vera forza può permettersi tolleranza, comprensione, e gentilezza.
Forte sarebbe colui che potesse dopo un fatto grande distruggere d'un colpo ogni vestigia del passato.
Le donne forti mi attraggono.
In ogni epoca e paese, il più saggio, o almeno il più forte, dei due sessi, ha usurpato il potere dello stato, e confinato l'altro alle cure e ai piaceri della vita domestica.
I forti si salvavano a spese dei deboli, e soccombeva chi non era furbo a sufficienza per sopravvivere.
Chi conosce la propria debolezza è realmente più forte di chi crede ciecamente alla propria forza.
La forza di volontà è per la mente come un poderoso uomo cieco che porta sulle sue spalle un uomo zoppo che può vedere.
Io non ho un centro, non ho certezze, non ho equilibrio, non so difendermi, ho solo la forza che mi viene da tutto quello a cui sono sopravvissuta. E la paura, costante.
La nostra pazienza otterrà più della nostra forza.
Non sprecare forze con i dubbi, non ti dirò nessuna bugia.
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