Dio è la condizione trascendentale dell'assurdità dell'universo.
Solo una cosa non è vana: la perfezione sensuale dell'istante.
La sensualità è la possibilità permanente di riscattare il mondo dalla prigionia della sua insignificanza.
Basta la grazia imprevista di un sorriso intelligente a far volare via gli strati di tedio depositati dai giorni.
Le idee ci tradiscono se non le tradiamo prima noi. Dobbiamo essere fedeli soltanto alla complessità delle cose.
L'uomo più disperato è solamente colui che meglio nasconde la sua speranza.
"Dio" è la risposta alla domanda implicita nella finitezza dell'uomo; egli è il nome di ciò che interessa ultimamente l'uomo.
Quando Dio ha fatto l'uomo e la donna, non li ha brevettati. Così da allora qualsiasi imbecille può fare altrettanto.
Finché non abbiamo incontrato Dio, finché non siamo uno sguardo di amore per Lui, Dio è come un falso Dio.
Quello che era timor di Dio è diventato timore di Dio nei nostri confronti, e questo suo timore è così grande che Dio si tiene nascosto e nessuno lo trova più.
Dio non turba la gioia dei suoi, se non per preparare una cosa più grande.
Specialmente i cattolici hanno inventato tutto un bric-à-brac di "prove dell'esistenza di Dio", tutte del medesimo convincente calibro: gli stessi stratagemmi, le stesse ecclesiastiche capriole, atti di stupro filosofico, talvolta sospetti perfino ai signori della chiesa.
Io non credo in un Dio personale e non ho mai negato questo fatto, anzi, ho sempre espresso le mie convinzioni chiaramente. Se qualcosa in me può essere chiamato religioso è la mia sconfinata ammirazione per la struttura del mondo che la scienza ha fin qui potuto rivelare.
Un Dio tutto misericordia è un Dio ingiusto.
Non cerco di immaginare un Dio; mi basta guardare con stupore e ammirazione la struttura del mondo, per quanto essa si lascia cogliere dai nostri sensi inadeguati.
Se Dio esiste ed è accessibile a noi, la sua mente e le nostre possono a loro volta differire l'una dalle altre in complessità e non in qualità.