La morte è l'ignoranza della vita: quanti uomini morti si aggirano tra i viventi.— Pitagora
La morte è l'ignoranza della vita: quanti uomini morti si aggirano tra i viventi.
Al suo livello più profondo, la realtà è la matematica nella natura.
Preoccuparsi soprattutto di due momenti della giornata: di quando ci si addormenta e di quando ci si risveglia. Perché in entrambi occorre sottoporre a un esame gli atti già compiuti e quelli ancora da compiere, dando conto a se stessi delle azioni compiute e prevedendo quelle future.
Abbandona le grandi strade, prendi i sentieri.
C'è un principio buono che ha creato l'ordine, la luce e l'uomo, e un principio cattivo che ha creato il caos, le tenebre e la donna.
La ragione è immortale, tutto il resto è mortale.
Ai lutti succedono presto o tardi eventi lieti, è legge della vita.
Nessuno può dire con certezza che domani sarà ancora vivo.
Al mondo di sicuro ci sono solo la morte e le tasse.
Ogni attimo moriamo. Per questo molti hanno protestato: lo scopo della vita è la morte.
Hai notato che solo la morte ci ridesta i sentimenti? Ma lo sai perché siamo sempre più giusti e generosi con i morti? È semplice. Verso di loro non ci sono obblighi. Se un obbligo ci fosse, sarebbe quello della memoria, e noi abbiamo la memoria corta.
La morte è uno stato di perfezione, il solo alla portata di un mortale.
Deve essere terribile essere morto e non sapere come il Comitato per gli Stanziamenti ha votato oggi o chi è il vincitore del Premio Oscar. O terribile non conoscere questi fatti perché non si è ancora nati.
La morte non è il morire, ma ciò che avviene prima di morire, immediatamente prima, quando non ha ancora penetrato il corpo, e se ne sta immobile, bianca, nera, viola, livida, seduta sulla sedia più vicina.
La morte è pietosa, perché da essa non c'è ritorno, mentre per colui che è uscito dalle più profonde camere della notte, consapevole e stravolto, non c'è più pace.
Oh dottore! Temevo che non riuscisse ad arrivare e che io sarei dovuto morire senza il suo aiuto.