La felicità sta nel conoscere i propri limiti e nell'amarli.
Ognuno porta in fondo a sé stesso come un piccolo cimitero di coloro che ha amato.
La vita non è triste. Ha delle ore tristi.
Agire è credere.
Noi non scegliamo affatto. Il nostro destino sceglie. Ed è saggezza mostrarci degni della sua scelta, qualunque essa sia.
La ragione è un sole severo: illumina, ma acceca.
Quando si vogliono valutare le condizioni di un uomo in quanto alla sua felicità, non bisogna chiedere cosa lo diverte, ma che cosa lo rattrista.
La felicità è il profumo dell'anima.
È essenziale per la felicità che il nostro modo di vivere sia determinato dai nostri impulsi profondi e non dai gusti e dai desideri accidentali di coloro che il caso ha voluto fossero nostri vicini, o persino nostri parenti.
La legge naturale non dà il diritto alla felicità, ma anzi prescrive la miseria e il dolore.
Il buon cibo è il fondamento della vera felicità.
Chi non si ritiene molto felice, anche se è padrone del mondo, è un poveretto.
Se si costruisse la casa della felicità, la stanza più grande sarebbe la sala d'attesa.
A volte, da noi dipende più la felicità altrui che la nostra.
Via via che scompaiono coloro che abbiamo amato diminuiscono le ragioni di conquistare una felicità che non possiamo più gustare insieme.
Ditemi cosa fa bisogno per essere meno infelici, se pure questo nome di felicità esiste.