L'ignoranza è la causa della paura.
Chi non vuole morire non vuole vivere.
Sbaglia chi cerca un amico nell'atrio e lo mette alla prova nel banchetto.
Non si soffre, in effetti, per la mancanza di questi beni, ma per il pensiero della loro mancanza. Chi ha il possesso di sé non ha perso niente: ma quanti hanno la fortuna di possedere se stessi?
La vita è tanto breve, e noi la rendiamo ancora più breve con la nostra incostanza, ricominciandola di continuo ora in un modo, ora in un altro: la riduciamo in pezzi e la laceriamo.
Ogni giorno moriamo, ogni giorno si perde una parte della vita e anche quando cresciamo, la vita diminuisce.
Come dice il poeta, scusate se la mia ignoranza è minore della vostra.
L'ignoranza è più vicino alla verità del pregiudizio.
L'ignoranza non è innocenza, ma peccato.
L'ignoranza può essere sublime, ma è sempre perdente e conduce verso la catastrofe.
L'ignoranza essendo assai volte altezzosa e caparbia, bisogna che la scienza sappia essere mansueta e modesta.
L'inizio di una conoscenza, che sia di persone oppure di cose, consiste nell'ottenere un contorno definito della nostra ignoranza.
I personaggi pubblici di oggi non sanno più scrivere i loro stessi discorsi o libri, e ci sono anche alcune prove che non sanno nemmeno più leggerli.
C'è un'ignoranza da analfabeti e un'ignoranza da dottori.
L'ignorante è non solo zavorra, ma pericolo della nave sociale.
C'è un solo bene: il sapere. E un solo male: l'ignoranza.