Lo stolto, tra gli altri mali, ha anche questo: incomincia sempre a vivere.
Se alle nostre lacrime non porrà termine la ragione, non lo porrà la fortuna.
Il saggio è pieno di gioia, allegro e sereno, imperturbabile; la sua vita è pari a quella degli dèi.
Ritirati in te soprattutto quando sei costretto a stare tra la folla.
Se uno vuole arrivare a destinazione, deve seguire una sola strada, non vagare qua e là: questo non è avanzare, ma andare errando.
Noi, assai dissennati, crediamo che essa , non deve lamentarsi più di chi ha navigato velocemente.
Chi è savio per sé, bisogna che paghi per la stoltezza degli altri.
Parla in modo sensato a uno stolto e ti chiama stupido.
Aver sempre ragione, farsi sempre strada, calpestare tutto, non aver mai dubbi: non sono queste le grandi qualità con cui la stoltezza governa il mondo?
Il cervello dello stolto digerisce la filosofia trasformandola in follia, la scienza in superstizione, l'arte in pedanteria. È da questo che nasce l'istruzione universitaria.
Volesse il cielo che gli stolti e i dappoco fossero capaci dei più piccoli mali, purtroppo invece sono capaci anche dei più grandi.
Il viaggiatore, se non incontra a tenergli compagnia uno migliore di lui o simile a lui, proceda decisamente da solo: con lo stolto non vi è compagnia.
Lo stolto si meraviglia ad ogni discorso.
Lo stolto è felice e infelice allo stesso modo che il saggio.
La stoltezza ha questo di proprio: ricomincia sempre da capo la vita.