La punizione più grande per l'uomo perverso consiste nel dispiacere a sé e ai suoi.
Per il desiderio nulla è abbastanza, per la natura è abbastanza anche il poco.
Chiedi perché questa fuga non ti sia di aiuto? Tu fuggi con te stesso.
Siamo tutti sconsiderati e incauti, insicuri, brontoloni, ambiziosi (ma perché cerco di nascondere con parole troppo blande la piaga di tutti?), siamo tutti malvagi. Pertanto qualunque vizio venga rimproverato a un altro, ciascuno se lo ritroverà in seno.
I piccoli delitti vengono puniti, quelli grandi portati in trionfo.
Si negò anche questo: il piacere del dispiacere.
Niente ci fa più piacere dei dispiaceri dei nostri nemici.
Il "mi dispiace" è il pronto soccorso delle emozioni umane.
La mia fantasia è inceppata: ho bisogno di un piccolo dispiacere.
Quando arrivano i dispiaceri, non arrivano come singole spie, ma in battaglioni.
Le cose buone ci dispiacciono, quando non ne siamo all'altezza.
I dispiaceri sono servitori oscuri, detestati, contro cui si lotta, sotto il cui dominio si cade ogni giorno di più, servitori atroci, insostituibili, e che, per vie sotterranee, ci conducono alla verità e alla morte.
Chi non ha pretese non ha neanche dispiaceri.
Il piacere di dispiacere a chi si vuol far piacere.