Il primo requisito per l'immortalità è la morte.
All'inferno il diavolo è un eroe positivo.
I fiori sulla tomba del nemico hanno sempre un profumo inebriante.
Nella storia contano anche i fatti non avvenuti.
Nella lotta alle idee muoiono gli uomini.
Le statistiche indicano la percentuale di nati morti. Trascurano la percentuale di morti vivi.
Cosa vorrei sulla mia epigrafe? Data di nascita, data di morte. Punto. Le parole delle epigrafi sono tutte uguali. A leggerle uno si chiede: ma scusate, se sono tutti buoni, dov'è il cimitero dei cattivi?
Se la fama giunge solo dopo la morte, che essa aspetti pure!
Morire è la condizione stessa dell'esistenza. In ciò mi rifaccio a tutti coloro che hanno detto che è la morte a dar senso alla vita proprio sottraendole tale senso. Essa è il non-senso che dà un senso negando questo senso.
Spesso fa più male la paura di morire che la morte.
Siamo tutti rassegnati alla morte; è alla vita che non arriviamo a rassegnarci.
Destini di morte maggiori ottengono sorti maggiori.
L'ambizione è la morte del pensiero.
Non ho mai capito chi dice la morte è normale, la morte è logica, tutto finisce quindi anch'io finirò. Io ho sempre pensato che la morte è ingiusta, la morte è illogica, e non dovremmo morire dal momento che si nasce.
La vita è uno strano regalo. All'inizio lo si sopravvaluta, questo regalo: si crede di aver ricevuto la vita eterna. Dopo lo si sottovaluta, lo si trova scadente, troppo corto, si sarebbe quasi pronto a gettarlo. Infine, ci si rende conto che non era un regalo, ma solo un prestito."