Gli uomini odiano coloro che chiamano avari solo perché non ne possono cavar nulla.
Chi ha delle estasi, delle visioni, chi scambia i sogni per la realtà è un entusiasta. Chi sostiene la propria follia con l'omicidio è un fanatico.
La Scrittura ci insegna che non solo Dio tollerava tutti gli altri popoli, ma ne aveva una cura paterna: e noi osiamo essere intolleranti!
La storia non è altro che un quadro di delitti e di sventure.
Il superfluo, cosa quanto mai necessaria.
La superstizione sta alla religione come l'astrologia all'astronomia, la figlia folle di una madre molto saggia.
Il prodigo è arrogante, l'avaro è meschino. La meschinità è meglio dell'arroganza.
Che cos'è l'avarizia? È un continuo vivere in miseria per paura della miseria.
Se denaro è simbolo di escrementi, l'avarizia non è che una forma di coprofagia.
Essere avaro vuol dire rubare agli altri, scialacquare vuol dire rubare a sé ed agli altri.
La gratitudine guarda al passato e l'amore al presente; paura, avarizia, lussuria e ambizione guardano al futuro.
Se vuoi eliminare l'avarizia, devi eliminare sua madre: la prodigalità.
L'avarizia è un vizio che può trarre in inganno perché all'inizio assume l'aspetto di una virtù.
Perfino le persone prodighe diventano, con un avaro, oculate, attente improvvisamente alla ripartizione delle spese.
I pensieri dell'avaro sono pesanti e lividi come il metallo ch'egli ama.
La disdetta dell'avaro è che non riesce a infilarsi nella fessura del salvadanaio.