La pistola che ho puntato alla tempia si chiama Poesia.— Alda Merini
La pistola che ho puntato alla tempia si chiama Poesia.
Sono volgare quanto basta.
Ringrazio sempre chi mi dà ragione.
Amo i colori, tempi di un anelito inquieto, irresolvibile, vitale, spiegazione umilissima e sovrana dei cosmici "perché" del mio respiro.
La lobotomia è il tocco finale di un grande parrucchiere.
Si dice che la creazione del Paradiso fosse la favola di un ignoto amore che a un certo punto sprigionò le ali dalla crosta terrestre, e così, raffreddandosi la terra, comparvero, al di là delle credenze bibliche, i primi voli degli angeli.
La Poesia aiuta il cuore a non invecchiare.
Lui le diceva: "Le poesie non si spiegano, se raggiungono il posto giusto le senti, ti grattano dentro".
La poesia è mettere in parole quello che, a rigore, non può essere messo in parole, quello che non ha nemmeno «forma di parole».
La poesia è registrazione rapidissima di momenti chiave della nostra esistenza. In ciò è pura, assoluta, non ha tempo di contaminarsi con nulla. Nemmeno con i nostri dubbi.
Preferisco il ridicolo di scrivere poesie al ridicolo di non scriverne.
Poesia non è altro che un significante di un corpo che non sa di essere morto.
La poesia che viene al mondo vi giunge carica di mondo.
Nel XIX secolo tutti i poeti furono più o meno letterati, cosa che contamina vergognosamente la loro poesia.
Una poesia completa è quella in cui un'emozione trova il pensiero e il pensiero trova le parole.
Il poeta è dall'ispirazione allacciato e padroneggiato sì forte, da non saper bene sottomettersi all'arte ed alla meditazione.